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L'ansia e il panico

11/3/2015

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Immagine
L’ansia è un fenomeno normale di cui tutti facciamo esperienza continuamente. Insieme a paura, tristezza, colpa, vergogna e gioia è un’ emozione innata. L’ emozione è un segnale che  corpo e mente ci mandano per avvisarci che qualcosa della realtà esterna o interna sta cambiando. Se sono ansioso questo è un segnale che potrebbe esserci un pericoloesterno.
Quindi possiamo affermare che l’ ansia arriva per proteggerci o ancora meglio per salvarci da potenziali pericoli? Ebbene si.
L’ ansia è avvertita come una sensazione di attesa di qualcosa di incerto e spiacevole chepotrebbe giungere e che costituisce una minaccia. Questa reazione d'allarme “ansiosa” non è esclusivamente dell'uomo ma si ritrova anche nel regno animale, infatti in senso evoluzionisticol’ ansia ha la funzione diproteggere la propria specie dai pericoli.
Di fronte ad una minaccia  (es. un animale predatore più grosso) l'animale mette in atto una serie di modificazioni fisiche (aumento della vigilanza, aumento del battito cardiaco e della respirazione etc.) che sono funzionali ad affrontare la minaccia,o attaccando o fuggendo. Due azioni altamente dispendiose a livello energetico quindi  è fondamentale l’ apporto di ossigeno e sangue ai muscoli. Sono proprio queste modificazioni fisiche che creano un disagio nell’ uomo che identifica questi segnali di preparazione all’ attacco/fuga come un malessere e non come una risorsa.
Anche nell'uomo l'ansiaha un'importante funzione adattativa.E’ ormai, ampiamente dimostrato (curva di Yerkes-Dodson), il rapporto tra ansia e prestazione.
A livello minimo di ansia la prestazione è praticamente nulla. Con l'aumentare dell'ansia aumenta la performance, migliora la qualità della prestazione fino ad un livello ottimale.
A livelli troppo alti l’ ansia comporta effetti negativi sulle prestazioni che decrescono progressivamente fino al punto di massima ansia che corrisponde all'impossibilità di ogni prestazione, alla paralisi.
Pensiamo un attimo se non provassimo ansia nell’ affrontare una prova importante come un esame o dovendo guidare l’ automobile, non avessimo l’ accortezza di guardare ai pericoli della strada…sicuramente non riusciremmo a proteggerci da rischi e fallimenti. Entro certi limiti l'ansia quindi, è utile, anzi, necessaria. L'ansia cessa la sua funzione positiva quando è troppa, quando non è più utile e allora diviene negativa per l'individuo.
L’ ansia rispetto alla paura che invece ha un oggetto esterno spaventante ben identificabile,ha un oggetto meno identificabile (non so cosa potrebbe succedere…) e ha un orientamento verso il futuro, cioè il pericolo non è visibile ma si pensa che potrebbe giungere (se sono in acqua e mi imbatto in uno squalo ho paura, se domani ho un esame importante e mi sento insicuro di affrontarlo sento l’ ansia).
Il “linguaggio corporeo" dell'ansia - che diventa esso stesso motivo di disagio e preoccupazione (l’ ansia dell’ ansia) è il seguente:

·         respiro rapido
·         palpitazioni
·         vertigini
·         cefalea
·         sudorazione
·         bocca secca
·         nodo alla gola
·         oppressione toracica o gastrica,
·         sensazioni di sbandamento,
·         confusione,
·         vampate di calore o brividi di freddo
·         affanno
Queste sensazioni sono spiacevoli e fastidiose ma non pericolose. L’ individuo può tollerarle fino a che andranno via: l'ansia prima o poi passa. Ogni esperienza ansiosa è limitata nel tempo. Pensiamola come un’ onda che sale, che rimane per un certo tempo in fase attiva e che poi decresce.
Definiamo il PANICOcome un’ ansia più acuta, più intensache avviene in un frangente spazio temporale ben definito con un’ insorgenza rapida e improvvisa (si parla infatti di attacco di panico)
L'attacco può anche iniziare da una normale risposta fisica, dolore al torace per una corsa, una sensazione di gola che si chiude per un affaticamento, leggere deformazioni alla vista per un calo pressorio, sensazioni di debolezza in una stanza con aria afosa…In tutti questi casi, se vengono associati pensieri dì pericolo, pensiamo che qualcosa di terribile stia succedendo. Soffermo i miei pensieri sulla gravità percepita delle sensazioni corporee (es. se adesso il cuore inizia a battermi forte, potrei avere un infarto!)In questo modo si sviluppa un attacco di panico che crea le basi per i successivi attacchi fino a divenire spesso un disturbo.
Secondo il modello terapeutico cognitivo comportamentale un ruolo fondamentale nei vissuti ansiosi e panicosi lo riveste non solo il corpo con le sue sensazioni ma anche il mondo dei pensieri.
“Penso di essere in grado di affrontare eventuali pericoli che potrebbero insorgere?” e inoltre “come vedo e considero il mondo esterno, gestibile affrontabile”?
Certi pensieri e immagini accompagnano automaticamente l'esperienza dell'ansia e sono negativi e tendenti al futuro:
"Sarò licenziato"; "Farò la figura dello stupido e sarò deriso"; "Potrei essere rifiutato"; "Non sarò all'altezza", "Andrà male”.
Attraverso la terapia oltre ad apprendere tecniche che attenuino l’ intensità dei sintomi attraverso il rilassamento corporeo, si impara ad analizzare i propri temi di pensiero che possono portarci a vedere le cose in modo pericoloso e a sentirci non capaci di affrontare il mondo. Con il lavoro terapeutico posso cosìmigliorare le mie capacità di ragionamento e di osservare le situazioni che nella vita causano ansia.
Dr. ssa Annamaria Di Pascale

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